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Non solo doppiaggio

Aggiornamento: 10 set 2018

di Chiara Fiore


Se pensate che il doppiaggio sia solo un mezzo per tradurre un film da una lingua ad un'altra, vi sbagliate. In un film il doppiaggio è un'operazione molto più complessa, come ci spiega Gianandrea Muià in una conferenza conferenza tenuta il  7 Settembre al FantaExpo. Il doppiaggio può avvenire per migliorare la  qualità del film, sostituire una voce ritenuta inadatta al personaggio e ovviamente per tradurre un testo da una lingua ad un'altra. Nel doppiaggio le azioni più importanti sono sicuramente la traduzione e la localizzazione, quest'ultima sarebbe  individuare ed attribuire ad un esatto momento il discorso che più gli si addice tenendo conto del discorso originale e a seconda della situazione temporale o spaziale esatta, ovvero sarebbe la capacità di saper sincronizzare la traduzione rispetto allo scenario del film o al labiale dei personaggi. La nascita del doppiaggio italiano, al contrario di come spesso si  sente, non è attribuita nè a Mussolini nè alla sua dittatura. Nel 1929 negli studi  californianiani della Fox si ebbe l'idea di sovrapporre l'italiano alla lingua originale  in modo da aiutare la cinematografia americana che viveva anni molto difficili. Il montatore Louis Loeffer e l'attore italoamericano Augusto Galli doppiarono una scena del film "Maritati ad Hollywood" e da lì nacque la storia del doppiaggio italiano.

Gianandrea continua spiegandoci in cosa coinsiste il doppiaggio e perchè il doppiaggio italiano è tra i migliori del mondo. Il doppiaggio si divide in competenza tecnica, linguistica ed artistica.  In  campo artistico l' Italia ha ottime scuole di teatro con attori dalla qualità eccellente, sicuramente non delude neanche dal punto di vista linguistico, tenendo  conto dell'adattabilità e della malleabilità di una lingua come l'italiano, che concorre solo con il russo ed il greco; anche in campo tecnico si ha un'alta qualità parlando di cose come la sincronizzazione, l'adattamento, la traduzione ed infine i dialoghi. Gianandrea definisce i sottotitoli così come il doppiaggio dei 'compromessi' perchè, nonostante l' alta qualità che ne potrebbe derivare, si perdono anche molti giochi di parole rispetto alla lingua originale e molti riferimenti alla cultura d'origine del film. Gianandrea ci tiene a ricordare che nel doppiaggio ci sono anche stati aspetti negativi, come le intere pagine web che si scagliano contro un dialoghista o un doppiatore per non aver fatto cogliere quel determinato senso di parole originale o come spesso in passato per il budget troppo basso e la troppa libertà si tendeva a tradurre i testi in modo errato. Cercando di sfruttare gli ultimi minuti di conferenza come esempio Muià ci sottopone l'errore di traduzione nell'episodio quattro della prima saga di Star Wars, dove la frase che dovrebbe essere tradotta in 'la guerra dei cloni' viene erroneamente tradotta ' la guerra dei cloti" senza curarsi dell'errore poichè all'epoca non era  facilmente reperibile la versione originale e i dialoghisti, traduttori e doppiatori erano convinti che non fosse stato un errore facilmente individuabile. Gianandrea conclude dicendo che non importa se si preferisca il doppiaggio rispetto ai sottotitoli e che non si debba per forza scegliere tra i due, ma è fondamentale lavorare insieme in modo da far crescere il mondo audiovisivo sempre di più.




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