di Chiara Fiore, Lidia Petrone, Beatrice Rago e Giulia Tancredi
Dal 6 settembre il Parco dell’Irno è gremito da persone di tutti i tipi e d’età unite dalle stesse passioni e dagli stessi sogni. Noi abbiamo deciso di intervistarne alcune e conoscere le loro opinioni sul festival per farci un’idea generale. La maggior parte degli intervistati ha tra i tredici e i diciotto anni e partecipa al FantaExpo già da qualche edizione. Tutti in generale sono attratti dall’ambiente e dalla gente che si incontra al festival; lo trovano, infatti, il modo perfetto per trascorrere gli ultimi giorni delle vacanze estive e poter essere se stessi al cento per cento. Molte delle persone intervistate hanno descritto questo evento come una specie di human pride di settembre o come una sagra paesana, data l’atmosfera tanto familiare ed accogliente.
Abbiamo chiesto di descrivere il FantaExpo in tre parole; alcuni hanno detto strano, particolare, diverso, altri invece appiccicoso, caldo o ancora con sostantivi come fratellanza, amicizia, pazzia, colore. L’area preferita della gran parte degli intervistati è quella degli stand e dei giardinetti. Tutti lo consiglierebbero agli amici anche se ci sarebbero cose da migliorare: più zone d’ombra, per esempio, ed inoltre prezzi più bassi, file meglio organizzate, una maggiore pubblicità e una location più grande.
In conclusione gran parte degli intervistati ha riconosciuto che il FantaExpo non è solo un festival del fumetto o del fantasy in generale, ma un’esperienza formativa che aiuta a crescere e maturare grazie a quest’ambiente in cui ognuno è libero di essere se stesso.