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Alla scoperta di Trumoon

Aggiornamento: 16 set 2018

di Sara Dell’Acqua, Lidia Petrone, Beatrice Rago, Giulia Tancredi


Durante l’esperienza del FantaExpo abbiamo potuto assistere alla conferenza Trumoon, un incontro tra giovani talenti e gli storici autori della rivista. Dato che questo evento ci ha particolarmente interessato abbiamo deciso di intervistare uno degli artisti che collabora con questa casa editrice, Francesco Sicilia.

Come è nata Trumoon?

Io direi che è nata un po’ come una band: un gruppo di ragazzi della stessa città decise di unirsi e collaborare, sotto l’insegna di una passione condivisa, a un progetto che gli permettesse di esprimere la loro creatività e donarne il frutto a più persone possibili. Tuttavia non si trattava di una band, ma di una rivista contenente le loro storie a fumetti. Non erano ragazzi come tutti gli altri o almeno non da subito. Adesso, infatti, sono diventati grandi nomi del fumetto italiano conosciuti anche a livello internazionale: Roberto De Angelis, Luca Raimondo, Bruno Brindisi, Raffaele Della Monica, Giuseppe De Nardo, Vincenzo Lauria, Giuliano Piccinnino e Luigi Siniscalchi. Come tutte le band a un certo punto questo gruppo si sciolse dopo aver pubblicato dal 1982 al 1986. Nel 2016 la rivista ha riaperto finalmente i battenti e, su iniziativa di Giuseppe De Nardo, ha iniziato ad accogliere nuovi talenti, prima da Salerno e poi da tutta Italia.

Da quando e come hai scoperto Trumoon?

Io personalmente conosco Trumoon da poco. Ho incontrato Salvatore Manzo, uno dei responsabili dell’associazione, all’incirca nello stesso periodo in cui ho conosciuto  il professore De Nardo. Ora sto iniziando a farne parte e mi occupo, in particolare, dell’aspetto pubblicitario.

Cosa ne pensi del progetto Trumoon One Sheet?

Credo che incoraggiare le persone talentuose alla produzione creativa sia sempre una buona mossa. Lo hanno dimostrato anche le mie iniziative da studente al liceo De Sanctis, per farne un esempio noto a chi mi intervista. L’importante è saper capire in che modo soffi il vento del tempo e assecondarlo rinnovandosi e aprendosi, appunto, alle novità che la ricerca di nuovi talenti porta con sé.

Trumoon one sheet, ogni numero un colore, ogni colore un’atmosfera diversa: cosa ne pensi? Credi che il lettore possa comprendere facilmente il nesso storia - colore ed immergersi maggiormente nella lettura ?

La scelta del formato One-sheet è inusuale, ardita, ma per questo motivo intrigante. In rapporto al tipo di racconto, che non si articola in più storie ma che anzi si basa proprio su questo sottile nesso ambientazione-colore-emozione, penso che l’effetto di coinvolgimento del lettore possa giovarne nettamente. Quello One-sheet, in questo caso, non è certo un formato preferibile, dato che si sviluppa su un unico grande foglio ripiegato, ma rende questa serie di piccoli fumetti apprezzabile nella sua comunicatività. Sulle storie contenute, invece, nulla da criticare, sono bellissime e lo dico da lettore molto appassionato quale sono.

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